Piccola Natura Morta

Curatorial text

Nicoletta Provenzano
ENG

Identity and corporeality between object and symbolism

The three-fold piece investigates family dynamics, identity variations, female roles, processes of integration and estrangement. This work, through fragility and instability of individual perception and construction, is articulated as a composition in three times, where ritually it reifies social and cultural forms in a procedural, analytical, destructuring dimension.

In the life performance ‘Family Tree’, the artist interrupts and deconstructs the continuity and persistence of the ideological and social ordering mold, outlined in the Aryan certificate belonging to the archive of her great-grandfather, dating back to the German Nazi regime of the 1930s. By eating the linearity of the control apparatus in the horizontality of family roots, she destroys while simultaneously interjecting the mapping of a sometimes oppressive parental bond, of a ferocious memory formulated in an aseptic modular procedure.

A nourishing act is transposed into an eradicating action of the permanence of the object, of its semantic shadows, of an oppressive history that does not disperse, but is swallowed up and processed like poisoned food, as a mournful and violent form, exhausted, understood and alienated in the its disintegration.

The gesture, the evidence of the written word and the procedural nature of the act constitute a symbolic system that develops beyond the story, focusing attention on the testimonial aspect entrusted to the observer, on the volitional action brought on the documentary and emotional matter, on the interrupted parental linearity, split from a specific subjectivity, elaboration of a possible break in the affective bond that follows social inclinations.

In the video performance ‘Piccola Natura Morta’, the female role is analyzed in the personal, social and cultural dialectic through the act of wearing one's own jewelry, in a continuous and incessant overlap.

The necklaces, as a dual instrument of personal affirmation and attractive and extensive exaltation associated with corporeality and the female gender, embody an objective dimension of the body exposed to the gaze.

In the hypnotic repetition of the action that accumulates jewels, the artist poses as a sediment of concomitant and coincident femininity that crosses eras, cultures, and subjugations, carrying the weight of an objectifying cliché aesthetic.

In the video, clearly inspired by Caravaggio's painting depicting the penitent Magdalene, the still life of jewels and gems of the late sixteenth-century work is turned into the protagonist, principle and synthesis beyond vanitas, between liberation and evidence of a heavy social yoke.

In the video performance ‘Àlzati, Prendi il Tuo Letto e Va’ a Casa Tua’, the ivy spirals run through the mosaic frame and surround the artist's head intent on meditation. The background becomes a narrative piece wrapped in a sustained silence that traces mnestic traces of cultural roots grafted into dimensional coordinates where the artist's body is placed in concentration.

In the revival of a recurring religious phraseology, the title reflects and ironically refers to a discriminative context of otherness to which the artist ambivalently responds with an assimilative projection of a polycultural identity and at the same time with a conscious abstraction that crosses memory, the free contemplative state, beyond the boundaries of space and time.

In the imperturbable equilibrium that accompanies video performance, body and background come together in a continuity that excludes the word, which has become a physical body, understood as a matter of composition and integration of cultural diversity, an introjective and inclusive process of an extraneousness that is integrated into the perspective frame of an open and extensive backdrop.

In a path that unites and crosses the place, the performative act, the real space of corporeality recreated in digital reproduction and experienced in the interaction with the user, the body is the background and reflective accent of the action, raw material of symbologies, social object and cultural that the artist poses as a perceptive investigation and an entity permeable to collective, relational and identity traces.

ITA

Identità e corporeità tra oggetto e simbologia

In una indagine tra dinamiche familiari, declinazioni identitarie, ruoli femminili, processi di integrazione ed estraneazione, la mostra Piccola Natura Morta di Anica Huck, nella fragilità e instabilità della percezione e costruzione individuale, si articola come un componimento in tre tempi, dove la ritualità reifica forme sociali e culturali in una dimensione processuale, analitica, destrutturante.

Nella live performance Family Tree l’artista, lungo i segni di uno schema genealogico appartenente all’archivio del bisnonno e risalente al regime nazista tedesco degli anni ’30, interrompe e destruttura la continuità e la persistenza dello stampo ordinativo ideologico e sociale, delineato nel certificato ariano, mangiando le linearità dell’apparato di controllo nell’orizzontalità delle radici familiari, distruggendo e al contempo introiettando la mappatura di un vincolo parentale a volte oppressivo, di una memoria feroce formulata in una asettica procedura modulare.

Un atto nutritivo si traspone in una azione estirpatrice della permanenza dell'oggetto, delle sue ombre semantiche, di una storia oppressiva che non si disperde, ma viene inghiottita ed elaborata come cibo avvelenato, come forma luttuosa e violenta, esaurita, compresa e alienata nella sua disgregazione.

Il gesto, l’evidenza della parola scritta e la processualità dell’atto costituiscono un sistema simbolico che si sviluppa oltre il racconto, rivolgendo l’attenzione sull’aspetto testimoniale affidato all’osservatore, sull’azione volitiva portata sulla materia documentale ed emotiva, sulla linearità genitoriale interrotta, scissa da una specifica soggettività, elaborazione di una possibile rottura del vincolo affettivo che segue le inclinazioni sociali.

Nella videoperformance Piccola Natura Morta il ruolo femminile nella dialettica personale, sociale e culturale viene analizzato attraverso l’atto di indossare i propri monili, in una sovrapposizione continua e incessante.

Le collane, come strumento duplice di affermazione personale ed esaltazione attraente ed estensiva associata alla corporeità e al genere femminile, incarnano una dimensione oggettuale del corpo esposto allo sguardo.

L’artista, nella ripetizione ipnotica dell’azione che accumula gioielli, si pone come sedimento di femminilità concomitanti e coincidenti che attraversano epoche, culture, assoggettamenti, portando il peso di una estetica cliché oggettivante.

Nel video, in una chiara ispirazione al dipinto di Caravaggio raffigurante la Maddalena penitente, la natura morta di monili e gemme dell’opera tardo cinquecentesca viene rivolta come protagonista, principio e sintesi oltre la vanitas, tra liberazione ed evidenza di un giogo sociale gravoso.

Nella videoperformance Àlzati, Prendi il Tuo Letto e Va’ a Casa Tua nei girali d’edera che percorrono la cornice musiva e circondano il capo dell’artista intenta alla meditazione, lo sfondo diviene tassello narrativo avvolto da un silenzio sostenuto che ripercorre tracce mnestiche di radici culturali innestate in coordinate dimensionali dove si pone in raccoglimento il corpo dell’artista.

Nella ripresa di una fraseologia religiosa ricorrente, il titolo riflette e rimanda in chiave ironica ad un contesto discriminativo dell’alterità al quale l’artista ambivalentemente risponde con una proiezione assimilativa di una identità policulturale e al contempo con una astrazione cosciente che attraversa la memoria, lo stato contemplativo libero, oltre i confini spaziali e temporali.

Nell’equilibrio imperturbabile che accompagna la videoperformance, corpo e sfondo si uniscono in una continuità che esclude la parola, divenuta corpo fisico, inteso come materia di composizione e integrazione delle diversità culturali, processo introiettivo e inclusivo di una estraneità che si integra nella cornice prospettica di un fondale aperto ed estensivo.

In un percorso che unisce e attraversa il luogo, l’atto performativo, lo spazio reale della corporeità ricreato nella riproduzione digitale e vissuto nella interazione con il fruitore, il corpo è sfondo e accento riflessivo dell’azione, materia prima di simbologie, oggetto sociale e culturale che l’artista pone come indagine percettiva ed entità permeabile alle tracce collettive, relazionali e d’identità.

Year

2021

Video installation

Dimensions variable

Performance

Duration: 40 min

Photo/Video @ RUFA

Design : ultrapieno